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L'ITALIA E GLI ITALIANI

Mostra personale di Giorgio Lotti

7 maggio - 4 giugno 2011


Bisognerà cominciare a parlare di Giorgio Lotti come di un pittore e della sua arte come di una fotografia pittorica. Il suo modo di dare un senso alla luce e ai colori, il suo modo di comporre il quadro fotografico che concepisce fin nel minimo particolare, l’intenzione pittorica evidente, sono cose che non si possono ridurre o ricondurre alla pur nobile dinamica di uno scatto rubato alla vita. C’è qualcosa di più in quello che Lotti crea, c’è la naturale sostanza di una visione artistica, di una poetica, di uno stile che fa vivere le sue opere in perfetta armonia con la unicità e la genialità della sua persona: è come se usasse la sua anima come camera oscura, traendo un distillato puro dell’universo che lo circonda. Ritratti, paesaggi, oggetti, colori coincidono perfettamente con il suo sguardo, con il suo sentire, che gli consentono di rappresentare quello che tutti abbiamo sotto gli occhi e non vediamo. Lui, invece, ha la capacità di svelare quello che le immagini nascondono e affidano solo alle anime artistiche che sanno rivelarlo. In fondo i quadri fotografici di Lotti si possono considerare proprio delle rivelazioni, che regalano sempre l’intensità di una sorpresa, di un dettaglio che è un quadro nel quadro, di una prospettiva che percepisci come l’unica esatta al millimetro, in cui tutte le altre si annullano. Quando la giovinezza aveva ancora a che fare con me comprai una sua monografia, il prezzo era popolare e per questo era alla portata di quello che avevo nelle tasche. Amai subito le sue fotografie, d’istinto, mi piacevano tutte, non ne trovai una sbagliata. Era come se qualcuno mi invitasse ad entrare in un mondo, in cui tutto ritrovava finalmente un senso. All’epoca non seppi spiegare a me stesso il perché di quella fascinazione, forse non lo so fare nemmeno oggi, anche se è più chiaro nella mia mente ambulante che alcuni maestri della fotografia andrebbero inseriti nella storia dell’arte. Una cosa è certa: è anche grazie al pittore fotografo Giorgio Lotti che ho capito che la bellezza nell’arte o l’arte della bellezza non ha bisogno di molte spiegazioni, perché vive d’emozioni.

Vincenzo Mollica


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